È una bella storia quella dell’Ambrì-Piotta. Una squadra nata tra le montagne della Leventina dalla passione dei suoi abitanti, di chi già da subito si è cimentato con pattini e bastoni. È la storia delle nonne che con la loro abilità hanno creato le prime Trikot della squadra. È la storia di chi nel 2017 sopravvive nello sport moderno, dove le squadre di città hanno preso il posto nella classifica di serie A.
La storia dell’Ambrì- Piotta è una bella storia, fatta di passione e di sofferenza. Di arrangiarsi con quello che si ha a disposizione, con quello che ognuno di noi può tirar fuori: chi un gol spettacolare, chi un chiodo e un martello, chi un po’ di grana e chi l’attaccamento ad una realtà speciale.
Ma oggi la storia dell’Ambrì è particolarmente bella. È un libro che racconta di due giovani, che hanno inseguito il sogno di vestire un giorno quella maglia di lega nazionale A. È la storia di chi ce l’ha fatta, anche in mezzo a molte difficoltà. Due giovani che così come lo erano quando hanno giocato per la prima volta sotto la Curva Sud, tra aspettative e tensione, sono ora all’inizio di un nuovo cammino, di una nuova scommessa.
Oggi l’Ambrì ha raccontato la storia di due giovani, che in un cantone dove le possibilità sono quel che sono, ci mostrano che sognare è lecito. Così come quel giorno ci hanno dimostrato che se si lavora duro in serie A qualcuno ci può giocare, oggi ci confermano che se ci si crede e ci si impegna, la fiducia la si può ottenere.
Non basta la fortuna, per arrivare in serie A. Non basta essere giocatori di hockey, per dirigere o allenare. Serve preparazione. E per una volta, finalmente, al di là dell’età, si premia l’impegno e la preparazione, l’università e i corsi di formazione.
Certo è un azzardo. Certo è un’incognita. Ma che messaggio vogliamo dare a chi giovane e capace e pieno di speranza si affaccia sul mondo del lavoro? Non certo quello che perché sei giovane non potrai farcela! Noi preferiamo dare fiducia a chi lo merita e non a chi ha un nome. Fiducia a chi ha una preparazione alle spalle, e non a chi è li semplicemente perché “giocava a hockey”.
È una bella storia quella dell’Ambrì- Piotta. È la storia di chi è arrivato in serie A, anche in America, e addirittura a vincere un campionato. Poi improvvisamente è caduto, ma è stato in grado di rialzarsi. Nel silenzio più assoluto. Senza proclami né sostegni. E ora è lì, a difender il sogno di molti ragazzi.
È una bella storia di chi si conosce ormai da una vita. Di chi ha lottato insieme per arrivare. E ora lotterà per permetter ad altri di arrivare. È la bella storia di chi si emoziona, a sentire le parole di chi è arrivato prima di lui. Parole tanto semplici come chi abita la valle eppure tanto ricche di quella passione che dura dal 1937.
È la bella storia di chi da fuori, non può trattenere le lacrime all’idea di vivere questo nuovo capitolo. È la storia di chi come noi, non può addormentarsi senza aver letto qualche pagina in più. È la storia di chi, non è ancora pronto a scrivere la parola “fine”.
È una bella storia quella dell’Ambrì – Piotta, una storia da “c’era una volta e ci sarà sempre..”
Ci sarà sempre, fintanto che ci sarà la possibilità di sognare, e qualcuno che ce la da.
E’ proprio una bella storia che solo noi tifosi possiamo vivere, ieri oggi e domani. Grazie Mina84