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Cara Valascia, ti ricordi di me? Ti ricordi quando per la prima volta ho salito quei gradini dell’entrata e non sapevo nemmeno da che parte andare? Ricordi che ti ho guardato con quello stupore da inizio adolescenza quando tutto ti sembra immenso e bellissimo? Ti ricordi che non sapevo un coro anzi non capivo nemmeno le parole perché io fin a quel giorno le partite le ascoltavo solamente alla radio?

Ne son passati di anni, anche se per me nemmeno così tanti rispetto ad altri che ti hanno conosciuto molto prima. Da quel giorno che mi hai accolta fra le tue braccia, sei diventata una seconda casa. Un rifugio sicuro per allontanare pensieri e frustrazioni. Un focolare che mi ha scaldato anche quando le temperature scendevano sempre più. Sei stata il mio salotto accogliente, ma anche la mia cameretta piena di sogni. Sei stata il mio poster appeso e la luce che non ti fa aver paura del buio.

Io ti ho vista piena, strapiena; ma ti ho visto anche desolatamente vuota. Ti ho visto gigante e maestosa ma anche piccola e indifesa. Ti ho vista con buchi da tutte le parti, ma ho visto anche chi ha tappato quei buchi con un ambiente e un colpo d’occhio da invidia.

Cara Valascia, ora sei una vecchia signora, con le tue rughe e i tuoi capelli bianchi. Hai una vita alle spalle e come tutti i nonni racconti le favole più belle. Ci hai insegnato a camminare, a non mollare, ci hai insegnato a vincere e perdere. Ci hai insegnato la gioia, la paura, l’esaltazione,la condivisione, la lotta e la delusione. Ci hai insegnato che a volte i sogni si realizzano e a altre no. Ci hai insegnato a insistere fino all’ultimo. Perché finché la sirena non suona, la partita non è finita.

Prima di lasciarci volevo dirti che grazie a te ho vissuto delle serate indimenticabili. Grazie a te ho conosciuto emozioni indelebili. Grazie a te e alle migliaia di volti che ti animano ad ogni partita ho conosciuto persone stupende. Grazie a te l’Ambrì-Piotta è un membro della mia famiglia, è un fratello, è un amico, è un compagno.

Cara Valascia, ti ricordi di me? Io certo che mi ricorderò di te. Anzi, io ti ricorderò. Io ti racconterò. Io ti sognerò. Perché come i miei genitori mi hanno raccontato le emozioni che gli hai dato quando il tetto ancora non lo avevi, io racconterò ai miei figli, con un velo di tristezza che tu non ci sei più e che tu eri unica.

Io dirò alla tua nipotina che ha avuto una grande nonna, una nonna amata da tutti, una nonna speciale, una nonna che non scorderemo mai e che rimarrà sempre nel nostro cuore.

Alla nuova nipotina canterò la montanara, a squarciagola, con gli occhi lucidi di chi ha qualcuno che gli manca da morire, ma anche con la consapevolezza che se continuerò a esserci, e tutti a creare quell’ambiente biancoblu che tutta la Svizzera ci invidia, se faremo tutte queste cose, la nonna sarà sempre con noi. E l’Ambrì sarà sempre l’Ambrì.